mercoledì 10 febbraio 2016

10 FEBBRAIO: GIORNO DEL RICORDO

FOIBE


Lì roccia,
lì buio,
lì morte.
Legati,
gettati nel buio,
vittime:
vittime ancora della follia,
dell’odio, della violenza.
Donne, uomini, vecchi, bambini:
tutti gettati nelle foibe.
Luoghi aspri, duri,
macchiati di sangue d’altre vittime.
Paura.
Le foibe: il nulla.
Letizia Forichiari

La legge


Con la Legge numero 92 del 30 marzo 2004 la Repubblica Italiana ha istituito il "Giorno del ricordo in memoria delle vittime delle foibe, dell'esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale".
Scopo del riconoscimento del Giorno del Ricordo è quello di "conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale" (articolo 1, comma 1).

La storia


La terribile pagina di storia a cui fa riferimento il Giorno del Ricordo interessò particolarmente i territori dell'Istria negli anni dal 1943 al 1947 quando furono rastrellate, deportate e uccise migliaia di persone, per lo più italiani.
L'inizio dell'eccidio risale al 1943, subito dopo l'armistizio, nell'Istria abbandonata dai soldati italiani e non ancora controllata dai tedeschi, quando i partigiani slavi gettarono nelle foibe (fosse rocciose profonde fino a 200 metri) centinaia di cittadini italiani considerati "nemici del popolo".
Ma fu nel 1945, durante i quaranta giorni dell'occupazione jugoslava, che la carneficina delle foibe raggiunse l'apice dell'orrore.
Lo sterminio fu condotto senza distinzioni politiche, razziali ed economiche, seguendo le direttive del Maresciallo Tito che ordinava di eliminare i fautori del nazionalismo. Furono arrestati fascisti, anti-fascisti e partigiani, cattolici ed ebrei, uomini, donne, vecchi e bambini, industriali, agricoltori, pescatori, poliziotti e carabinieri, militari e civili, secondo un disegno che prevedeva l'epurazione attraverso torture, fucilazioni e infoibamenti.
La persecuzione, soprattutto in quella "terra di nessuno" vicina al confine sottoposta all'amministrazione jugoslava, la violenza e l'efferatezza delle esecuzioni, precedute spesso da processi sommari, torture e linciaggi, determinarono l'esodo che nel dopoguerra allontanò quasi tutta la popolazione italiana dall'Istria.

Riflessione


Ancora oggi, dopo circa sessant'anni, non ci sono cifre ufficiali relative ai deportati, agli italiani uccisi durante la prigionia e, soprattutto, agli infoibati scomparsi dall'autunno del 1943 e alla primavera del 1945.
Non sono, però, gli zeri in più o in meno a ridurre la portata di questa tragedia, di cui è importante conoscere le cause e le dinamiche per evitare che in futuro qualunque essere umano si possa ritrovare protagonista, vittima o carnefice, di una storia di persecuzione.
Il 10 febbraio è un giorno per ricordare, per raccontare, per capire e condividere la memoria dopo troppi anni di silenzio.

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